Le storie dei comunisti ferraresi alla Biblioteca Ariostea – Andrea Musacci

vite schedate

(nella foto, da sx: Luca Alessandrini, Daniele Civolani, Delfina Tromboni, Eugenio Squarcia, Giacomo Marighelli, Anja Rossi)

“Vite schedate. Comunisti a Ferrara durante il fascismo” è un dizionario biografico curato da Delfina Tromboni e Dante Giordano che ripercorre le storie dei comunisti ferraresi schedati dalla polizia fascista. Il volume è stato presentato ieri pomeriggio alla Biblioteca Ariostea. L’incontro è stato aperto dalla lettura – da parte di Anja Rossi, Eugenio Squarcia e Giacomo Marighelli – di alcune lettere di comunisti ferraresi incarcerati, inviate alle famiglie. “Non so quale sia la mia sorte”, “Non desidero che ritornare presto”, sono alcune citazioni tratte dalle missive lette, di Gino Bovi e Otello Putinati. E’ proprio quest’ultimo a scrivere una frase emblematica del terrore di quegli anni: “Da un giorno all’altro ti prendono e ti portano via, senza che tu abbia il tempo di parlare”. Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto di Storia Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione “Ferruccio Parri”, ha chiarito come “per il fascismo la violenza non fosse uno strumento, ma un fine, la sua parte strutturale”, e come il fascismo e il nazismo fossero, a differenza del comunismo, per loro natura totalitari”. Il libro ha il merito di restituirci un’idea di comunismo come “unica via possibile di protesta sociale” e come “ridefinizione del rapporto tra le masse e l’attesa positiva del futuro”. Delfina Tromboni, direttrice del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, ha ripreso una definizione di Daniele Civolani, presidente provinciale ANPI, secondo il quale le donne sono state “la logistica, il perno della Resistenza al fascismo”. La Tromboni ha evidenziato l’apporto delle donne in ruoli delicati perché “meno sospettabili”, per la fuga forzata di molti uomini, ma soprattutto perché più “attente alla cura dell’organizzazione di gruppi di persone diverse”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 4 aprile 2013

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