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Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara

~ C.so Ercole I d’Este, 19 – Responsabile: Dott.ssa Antonella Guarnieri

Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara

Archivi autore: museorisorgimentoresistenzaferrara

Storia d’amicizia e di poesia – Fondazione Bassani – Casa Ariosto – sabato 17 novembre 2018. ore 16

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Sabato 17 novembre 2018 alle 16, alla sala conferenze della sede ferrarese della Fondazione Giorgio Bassani, via Ariosto 67, avrà luogo l’iniziativa “Storia d’amicizia e di poesia” in occasione della donazione alla Fondazione, da parte degli eredi Quilici, di un’opera di Mimì Quilici Buzzacchi.
Nel 1967 Mimì aveva donato a Bassani copia del volume “Paesaggio di Spina”, (conservato presso la Fondazione) con presentazione di Giorgio Bassani e la dedica “A Bassani questo “Paesaggio di Spina” per accompagnare il suo Airone “, testimonianza della reciproca stima che aveva legato l’artista allo scrittore ferrarese.

Nella sua presentazione al volume Bassani aveva scritto: “Dipinge paesaggi, adesso: ma con lo stesso spirito, lo stesso impegno architettonico, direi, con cui, un tempo, incideva il legno. Anche adesso, come pittrice, vuole darci una immagine solenne, monumentale, della realtà naturale. Più che il colore e la luce, la interessano lo spazio e i volumi […] Ed è abbastanza significativo che Mimì Quilici abbia scelto il paesaggio forse più spoglio, più grandiosamente spoglio, desolato e atonale d’Italia: quello delle Valli di Comacchio.”

Intervengono Paola Bassani, Antonella Guarnieri, Silvana Onofri, Valter Leonardo Puccetti, Vieri Quilici e Lucio Scardino.

A conclusione dell’incontro, l’attrice Gioia Galeotti leggerà il racconto di Giorgio Bassani “Ludovico Ariosto e Alessandra Benucci” presentato nella trasmissione “Storie d’amore”, Edizioni Radio Italiane del 1950. Il “Gruppo di Danza Unicorno” di Santa Maria in Vado accompagnerà la lettura.

L’iniziativa è proposta dalla Fondazione Giorgio Bassani e da Arch’è Associazione Culturale Nereo Alfieri, in collaborazione con i Musei Civici di Arte Antica, Comune di Ferrara e Museo del Risorgimento e della Resistenza.

(comunicazione a cura della Fondazione Bassani)

Presentazione della mostra “Un film, una storia, una città” A 75 anni dall’eccidio e a 10 anni dalla morte di Florestano Vancini – sabaro 17 novembre 2018, ore 12 – Sala mostre Museo RR

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Sabato alle 12 presso il Museo del Risorgimento e della Resistenza sarà inaugurata la mostra “Un film, una storia, una città”A 75 anni dell’eccidio e a 10 dalla morte di Florestano Vancini, a cura di Antonella Guarnieri e con la collaborazione tecnica e di allestimento di Elena Ferraresi.

La mostra sarà visitabile dal 17 novembre al 9 dicembre 2018 e dal 17 novembre 2018 al 13 gennaio 2019 (martedì domenica 9.30 – 13 / 15 – 18).

 

La mostra si avvale delle foto di scena, relative al film “La lunga notte del’43” del regista Florestano Vancini conservate presso il Museo del Risorgimento e della resistenza, già usate in passate per esposizioni all’interno dell’istituzione civica estense che vengono impreziosite da numerosi interventi sia del regista ferrarese sia di importanti critici. Emerge così, con evidenza, sia il clima nel quale l’opera venne pensata e quindi data alla luce sia il valore e l’impatto che, nel 1960, ebbe all’interno della cinematografia italiana, un’opera che aveva l’ambizione di raccontare, riuscendoci, con precisione documentaria e storica un episodio drammatico ed assolutamente esemplare della storia ferrarese ed italiana.

La mostra fotografica è preceduta dalla ricostruzione storico documentaria degli avvenimenti che si succedettero nella città estense dopo l’uccisione del federale fascista repubblicano di Ferrara Igino Ghisellini, avvenuta la sera del 13 novembre 1943.

La strage, decisa dai fascisti, mandati a Ferrara dal segretario nazionale del partito fascista repubblicano Alessandro Pavolini, venne messa in atto da Enrico Vezzalini e dal console della Milizia Giovan Battista Riggio i quali si avvalsero di non pochi fascisti ferraresi che collaborarono non solo ai rastrellamenti, ma anche alla scelta delle persone da eliminare.

Non si riunì mai un tribunale e le persone che vennero arrestate e fucilate, undici civili, è dimostrato con evidenza, non avevano nessun legame con l’uccisione di Ghisellini. Due di loro, Mario e Vittore Hanau, scelti in quanto appartenenti a quelli che i fascisti definivano con disprezzo “la razza ebraica”, furono i primi ebrei uccisi in Italia da un plotone di esecuzione composto interamente da italiani, fascisti ed appartenenti alle brigate nere della repubblica sociale.

I tedeschi, è documentato dagli atti raccolti all’Archivio di Stato dalla curatrice della mostra, e riproposti in copia all’interno del percorso espositivo, si opposero con durezza al comportamento fascista, alla strage ed ancora di più alla esposizione dei cadaveri che venne interrotta nel pomeriggio del 15 novembre per intercessione, pare, del vescovo di Ferrara Monsignor Ruggero Bovelli.

Per decenni, e ben oltre il film di Vancini, si cercò di addebitare questa strage ai tedeschi: erano gli anni in cui si posero le fondamenta della rimozione delle responsabilità fasciste.

Ma Vancini non si arrese e dopo essersi sentito chiedere dai politici, in cambio di ricche sovvenzioni che gli avrebbero consentito la regia di un film hollywoodiano, di raccontare una storia ammaestrata dove fossero i tedeschi a rivestire i panni dei “cattivi”, aspettò il 1960 per raccontare in un film così vero ed intenso, ispirato alla sua esperienza diretta e al racconto di Giorgio Bassani “Una notte del ’43, che vinse il premio opera prima alla mostra del cinema di Venezia, la verità storica sulla lunga notte di Ferrara.

(Comunicato a cura di A.Guarnieri)

Mostra storico documentaria “Un alito appena, di vita, appena…” Prigionieri ferraresi ed italiani nell’inferno di Mauthausen, a cura di Gian Paolo Bertelli e di Antonella Guarnieri

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Martedì 23 ottobre 2018 alle 0re 17 al Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara Corso Ercole I d’Este, 19, nell’ambito della celebrazioni del centenario della Grande Guerra, presentazione della mostra storico documentaria “Un alito appena, di vita, appena…” Prigionieri ferraresi ed italiani nell’inferno di Mauthausen, a cura di Gian Paolo Bertelli e di Antonella Guarnieri

Saranno inoltre esposti le tele che il maestro ferrarese Romano Vitaliha dedicato alla Grande Guerra Interverranno i curatori ed inoltreDonato Bragatto e Ferdinando Vitali

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L’esposizione sarà aperta dal 23 ottobre al 4 di novembre, dal martedì alla domenica, dalle 9 e 30 alle 13 e dalle 15 alle 18 ed è gratuita

L’argomento presentato, abbastanza sconosciuto ai più, ha cominciato ad essere trattato con una certa organicità proprio in occasione del centenario celebrativo della Grande guerra, che sta andando a concludersi quest’anno.

La storia di migliaia di italiani fatti prigionieri durante la prima guerra mondiale ed internati in campi dove, nella maggioranza dei casi hanno sofferto la fame e le malattie e in diversi casi hanno trovato la morte.

Nel caso della piccola, ma intensa mostra, la volontà è quella di far conoscere l’enorme durezza alla quale furono sottoposti i prigionieri italiani a Mauthausen, una sorta di tragico “prequel” alle terribili vicende che riguarderanno quel campo negli anni del nazifascismo e della guerra mondiale.

Questo centenario ha sicuramente il merito di aver aiutato le generazioni ormai lontane a comprendere con maggiore chiarezza quegli eventi che spesso apparivano  agli studenti e non solo a loro come sfuocati e persi nella nebbia del tempo. Comprendere quello che è accaduto alle città italiane e alla popolazione di una nazione ancora tanto giovane attraverso i cambiamenti della società, dell’economia, della scienza, dell’arte , dalla medicina, che tanto furono influenzati da quell’evento terribile ed epocale ha aiutato certo a comprendere altri preziosi elementi del nostro passato.

La storia di questi uomini, spesso giovanissimi e lontani dalle proprie case, fatti prigionieri, a volte rifiutati dalle stesse famiglie perché ritenuti traditori della Patria, vittime degli accordi politici e del moralismo imperante nelle istituzioni di quegli anni, alla fine abbandonati alla crudeltà del nemico, rappresenta un punto di vista nuovo e drammatico, da continuare a studiare e ad approfondire.

La mostra è in collaborazione con Associazione di ricerche storiche Pico Cavalieri e ANGET (Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori).

“Contagio”, la maratona fotografica di coppia, ritorna anche al Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara – domenica 23 settembre 2018

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http://www.cronacacomune.it/notizie/34504/contagio-maratona-fotografica-di-coppia-caccia-dei-tesori-estensi.html

 

Prorogata a domenica 30 settembre 2018 la chiusura della mostra: “Foto dai campi di concentramento e dal fronte resistenziale: la sopravvivenza e la lotta al nazi-fascismo raccontata dall’ANPI nell’immediato dopoguerra ” a c. di A.Guarnieri – MRR

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In occasione dell’estate e della presenza ancora più numerosa di pubblico esterno alla città e spesso anche straniero, il Museo del Risorgimento e della Resistenza dal 19 luglio sino al 2 di settembre 2018 ospita una mostra di foto provenienti dall’archivio dell’ANPI provinciale ferrarese che raccontano la vita nei campi di concentramento nazisti.

Questa mostra nasce dalla curiosità di Marco Ascanelli, presidente dell’ANPI provinciale ferrarese, che, nei mesi successivi alla sua elezione, ha voluto conoscere direttamente, indagandolo con accuratezza, il materiale documentario esistente all’interno della sede ANPI.

Tra il numeroso materiale documentario di sicuro interesse, conservato in quell’archivio, Ascanelli ha recuperato quaranta foto, montate su dei supporti di cartone che finiscono per diventarne sia la cornice sia il sostegno.

L’arrivo nei campi di concentramento, la vita nel campo di concentramento, le umiliazioni corporali e morali, la sporcizia, la fame, il freddo, la malattia, la violenza, la privazione anche dei più elementari diritti propri degli esseri umani, il dolore, la paura, la morte, i terribili esperimenti messi in atto dai medici nazisti a scapito di donne e di ragazzini ed uomini indifesi. Tutto questo, ma anche le immagini della Resistenza e della lotta partigiana che misero termine anche a questa terribile esperienza del genere umano.

Le foto sono evidentemente molto vecchie e ciò ha determinato, in alcuni casi, una sorta di rarefazione dell’immagine che costringe colui che vi si accosta, in un qualche modo, quasi ad immaginare il contenuto: uno sforzo che finisce quasi per trasportarci fisicamente in quel terribile momento e che produce una sorta di contatto empatico particolarmente toccante. Tra queste la foto delle schede dei ferraresi Carlo e Franco Schöneit, internati a Buchenwald, tra i pochi casi in Italia di un’intera famiglia, erano tre con la madre Gina Finzi deportata a Ravensbrück, che riuscì  a riabbracciarsi interamente,  alla fine la guerra.

Purtroppo non è stato possibile risalire con certezza al periodo in cui le foto furono esposte per la prima volta, ma lo stato delle stampe fa pensare che possano essere collocate all’incirca alla metà degli anni ’50, dimostrando una volta in più, se ce ne fosse bisogno, l’infondatezza degli attacchi revisionisti nostrani che da tempo accusano la Resistenza e gli antifascisti di non essere mai stati sensibili al dramma della deportazione razziale. E che la mostra fosse centrata sul dramma ebraico é testimoniato con evidenza dalla scheda di due deportati, per giunta ferraresi.

La mostra è a cura di Antonella Guarnieri, l’allestimento si deve alla dottoressa Elena Ferraresi. Oltre alla referente del Museo, Antonella Guarnieri, saranno presenti all’inaugurazione alle ore 18 e 30 di gioved’ 19 luglio il vicesindaco Massimo Maisto, il presidente dell’ANPI ferrarese Marco Ascanelli. Ha assicurato la propria presenza in vece del Rettore dell’Ateneo estense prof. Giorgio Zauli, il professor Andrea Baravelli, docente di storia contemporanea ad Unife.

Gli orari di visita sono quelli del Museo: dal Martedì alla Domenica dalle 9 e 30 alle 13 e dalle 15 alle 17.

Presentazione del libro:”Italia da salvare” di Giorgio Bassani – Partecipano: Paola Bassani, Cristiano Spila (curatore), Andrea Malacarne, Vittorio Sgarbi e Antonella Guarnieri – sabato 26 Maggio, ore 11.30 – Palazzo San Crispino in Piazza Trento e Trieste a Ferrara

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La presentazione della nuova edizione del libro per Feltrinelli, sarà l’occasione per approfondire gli aspetti di questo insolito lavoro di Giorgio Bassani. Gli scritti che compongono il libro, infatti, pongono l’attenzione sulla salvaguardia del nostro Paese da un punto di vista ambientale e culturale, mettendo in luce la vivacità e la versatilità intellettuale dello scrittore.

Mediatrice dell’incontro sarà la storica Antonella Guarnieri, Responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara e componente della Fondazione Giorgio Bassani.

Riportiamo una frase del testo bassaniano di cui condividiamo, tra molti altri, il pensiero: “…anche se i musei non sono, poi, quei depositi delle molte [reliquie] che l’eterno infantilismo delle eterne neo-avanguardie, o la non meno eterna sclerosi mentale tetramente catastale, di certa burocrazia, immaginano che siano e debbano essere, bensì, al contrario, i più veri, forse gli unici, depositi della vita.” 

Prorogata a domenica 10 giugno 2018 l’apertura della mostra “Mia Cara moglie..Carissimo marito”. Lettere dal carcere e dall’esilio di antifascisti e partigiani ferraresi censurate e sequestrate dalle autorità, a cura di D. Tromboni e con un contributo di A. Guarnieri

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Si rimanda al precedente comunicato stampa.image004

 

Inaugurazione mostra “Mia cara moglie…Carissimo marito…” Lettere dal carcere e dall’esilio di antifascisti e partigiani ferraresi censurate e sequestrate dalle autorità, a c.di D.Tromboni e con un contributo di A.Guarnieri – sabato 21 aprile 2018, ore 11 – Museo RR

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Tutti i governi si sono avvalsi della censura della corrispondenza, in particolare nei periodi di guerra tra gli stati o di moti insurrezionali ed insorgenze interne .

C’è però una censura, che attiene in particolare alla corrispondenza dei detenuti (in carcere, in manicomio, al confino), che si presta, a seconda dei periodi storici e della natura del governo, a strumentalizzazioni particolari. Per esempio, anche dopo che il diritto internazionale aveva tentato una regolamentazione della questione , dichiarando legittima la censura sulla corrispondenza soltanto durante  i conflitti armati, in Italia, e nella fattispecie durante il fascismo, essa venne applicata massicciamente e si avvalse di ogni espediente – dall’utilizzo della polizia postale a questo fine al sequestro delle lettere ritenute pericolose per lo spirito pubblico – per esercitare un forzoso controllo sugli orientamenti politici degli italiani anche in tempo di pace.

La censura uscì insomma dalle carceri e si estese a tutta la popolazione, laddove focolai di “sovversivismo” facevano temere il peggio all’autorità costituita.

Ci sono quindi due livelli di censura: quella interna agli istituti di detenzione, che sottopone ad occhiuta ”vigilanza” la posta in entrata ed in uscita e quella che coinvolge chiunque sul territorio sia sospettato di sentimenti contrari al regime.

Questo ha fatto si  che nei fascicoli personali dei detenuti e dei confinati politici, non meno che dei partigiani colti in clandestinità o processati nel lungo dopoguerra post fascista,  siano rimaste conservate – così giungendo fino a noi -lettere, cartoline, fotografie, mai giunte ai destinatari, cioè alle famiglie, agli amici, agli amori e qualche volta ad altri detenuti o ad altri antifascisti.

E’ questa la corrispondenza che abbiamo scelto di esporre in questa mostra. Prodotta da antifascisti, partigiani, ex partigiani e dai loro famigliari ed amici, essa testimonia di una pratica crudele e vessatoria che ha attraversato l’Italia fascista e post fascista, ledendo una delle principali libertà individuali di uomini e donne ovunque collocati.

Pochi sono gli esempi qui esposti. Una piccola testimonianza che speriamo di ampliare in altre sedi, in altre pubblicazioni. Appena sufficiente a restituire la pena, il dolore, l’ingiustizia, subìti da tanti e tante.

Ma anche una piccola restituzione, una piccola  riparazione, offerta da noi che siamo cresciute nella libertà ai discendenti di quanti l’hanno resa possibile, pagando un prezzo altissimo.

Un piccolo cammeo, all’interno della ricerca ampia e in divenire di Delfina Tromboni, viene dedicato a Umberto Fogagnolo, antifascista e partigiano azionista ferrarese, che si trovò a rivestire un ruolo politico centrale all’interno della organizzazione antifascista milanese e che fu tra gli organizzatori degli scioperi alla Marelli nel 1943 e 1944.

La sua breve, ma intensa, vita ebbe fine a piazzale Loreto a Milano il 10 agosto del 1944. Si tratta di un episodio che, a differenza della esposizione dei cadaveri di Mussolini e dei gerarchi, avvenuta in quei paraggi il 29 aprile del 1949, è poco noto.

La scarsa memoria della tragedia vissuta da Milano in quell’assolato agosto, quando i cadaveri dei 15 tra partigiani ed antifascisti vennero lasciati per ore sulla strada, sotto il sole, ricoperti dalle mosche, sorvegliati dai brigatisti neri fascisti, a monito di un’intera popolazione, contrapposta al tam tam mediatico, soprattutto televisivo, che propaganda con grande forza ed evidente scelta di campo, le immagini della esposizione dei cadaveri di Mussolini e gerarchi, rappresenta un evidente esempio della falsità, spesso affermata dai revisionisti, che la storia la scrivono i vincitori.

 E’ sembrato giusto in un’epoca di forte disinformazione e di manipolazione dei valori antifascisti e resistenziali, raccontare, per inserirvi quella di Umberto, autore per altro di bellissime lettere dal carcere alla moglie Fernanda Bagnoli anch’essa in seguito staffetta, la storia di quel drammatico ed epocale eccidio.

(comunicato stampa a cura degli organizzatori)

Programma del Museo RR per la Festa della Liberazione 2018

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  • 21 aprile 2018 ore 11 Museo del Risorgimento e della Resistenza

Inaugurazione della mostra: “ Mia cara moglie…Carissimo marito…”

Lettere dal carcere e dal confino degli antifascisti e dei partigiani ferraresi sequestrate e censurate dalle autorità” 

A cura di Delfina Tromboni e di Antonella Guarnieri

  • 27 aprile 2018 ore 11 Liceo Scientifico Roiti

“Milano 10 agosto 1944. La strage di piazzale Loreto: Sergio Fogagnolo, un antifascista ferrarese, tra i 15 martiri dell’eccidio fascista”

 Sarà proiettato il film che racconta l’eccidio nazi – fascista

 “Partiti per Bergamo”

 Il figlio Sergio racconta il padre e la madre Fernanda Bagnoli, staffetta partigiana dopo la morte del padre

Saranno presenti il vice Sindaco, Massimo Maisto e la responsabile del Museo del Risorgimento e della  Resistenza , Antonella Guarnieri

  • 28 aprile 2018 ore 16 Museo del Risorgimento e della Resistenza

“Sergio Fogagnolo e Fernanda Bagnoli: due ferraresi nella lotta di Liberazione italiana”

Sarà proiettato il film che racconta l’eccidio nazi – fascista dei 15 antifascisti a  Piazzale Loreto a Milano

 “Partiti per Bergamo”

 Ne parleranno il figlio di Umberto Fogagnolo, Sergio e la responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza Antonella Guarnieri.

Sara proiettato il film “Partiti per Milano”

 

inoltre

ogni domenica, fino al 10 giugno. dalle 15 e 30 alle 17 e 30, presso il Museo del Risorgimento e della Resistenza, l’ANPI provinciale di Ferrara, per celebrare il 73° della Liberazione,  offre alla cittadinanza ed ai turisti, la possibilità di assistere alla rappresentazione di:

IL MUSEO RACCONTA……1920-1945 FRAMMENTI DI VITE

 interpretato e sceneggiato dall’attrice e regista ALESSIA PASSARELLI, con la collaborazione storica di Antonella Guarnieri

 

 

Conferenza dello storico M.Nani: “I contadini di Mentessi: campagna, lavoro e conflitti tra Otto e Novecento” – Salone d’onore della Pinacoteca nazionale

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“I contadini di Mentessi: campagne, lavoro e conflitti tra Otto e Novecento” – relatore Michele Nani

Salone d’Onore, martedì 10 aprile, ore 17.00

 

Per info:

http://www.gallerie-estensi.beniculturali.it/pinacoteca-nazionale/

 

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Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara

C.so Ercole I d’Este, 19 (parcheggio a pagamento via Arianuova)

Responsabile: Dott.ssa Antonella Guarnieri

Responsabile comunicazione e didattica: Dott.ssa Antonella Guarnieri

Biglietteria: Elena Ferraresi, Alessandra Commodi, Stefania Capozza, Katia Pelati (Euro & Promos)

Guardiania: Volontari

Orario: 9.30-13.00 e dalle 15 alle 18 – Chiuso lunedì

Telefono biglietteria: 0532. 244922

E-mail: biglietteriamrr@comune.fe.it

Ingresso: € 4,00 intero, ridotto € 2,00
Gratuito per:
» giovani fino a 18 anni non compiuti
» visitatori che accedono nel giorno del loro compleanno
» guide turistiche (con tesserino di riconoscimento)
» giornalisti (con tesserino di riconoscimento)
» scolaresche scuole elementari e medie di primo e secondo grado con i relativi docenti accompagnatori
» portatori di handicap e loro accompagnatori

Musei Civici di Arte Antica
Palazzo Bonacossi
via Cisterna del Follo, 5 – 44121 Ferrara
tel: 0532.232933
fax: 0532.232944
E-mail: arteantica@comune.fe.it

Direttore
Angelo Andreotti

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Breve presentazione Museo

Il Museo raccoglie rare e preziose testimonianze della partecipazione dei patrioti ferraresi all' epopea risorgimentale. La dotazione documentaria spazia dalla presenza francese a Ferrara, al periodo dei moti carbonari e ripercorre gli eventi che precedettero e seguirono le guerre d'indipendenza. Ulteriori materiali sintetizzano la realtà della prima Guerra Mondiale e delle guerre coloniali. Negli anni '50 fu aggiunta la sezione dedicata alla Resistenza . Fra gli oggetti si segnalano: divise dei vari periodi, reperti originali della distrutta fortezza pontificia, un ricco medagliere, armi, labari ed esemplari interessanti di bandiere della Repubblica Cispadana e dei Bersaglieri del Po ( corpo di volontari ferraresi costituitosi nel 1848 e distintosi in diverse battaglie). Supporto indispensabile alle collezioni di cimeli, il museo dispone anche di un archivio storico-didattico. Numerosi sono i documenti che ricostruiscono i principali avvenimenti ferraresi nel ventennio e fino alla liberazione: dall'uccisione di Don Minzoni, parroco di Argenta, ai processi del Tribunale Speciale, alla morte della maestra socialista Alda Costa, alla devastazione della Sinagoga, ai 96 ebrei trucidati dai nazisti, ai numerosi eccidi che funestarono la Resistenza ferrarese.

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